LA MONETA E I SISTEMI MONETARI
Nell’epoca preistorica e nelle prime fasi delle epoche storiche la moneta non esisteva; non appena gli uomini cominciarono a vivere in comunità organizzate, i bisogni fondamentali venivano soddisfatti attraverso il baratto, cioè lo scambio di beni prodotti dalle varie comunità per soddisfare i bisogni delle varie comunità.
Il baratto, essendo caratterizzato dallo scambio di beni, presentava indubbi inconvenienti:
-era necessario che i bisogni degli agenti fossero correlativi (cioè chi possedeva una pecora da scambiare e aveva bisogno di grano, doveva trovare qualcuno che aveva bisogno di una pecora ed era disposto a cedere grano)
-il valore attribuito ai beni doveva essere riconosciuto da tutti gli agenti (cioè per esempio dovevano essere d’accordo che per dare una pecora in cambio occorreva ricevere 20 kg di grano ecc.)
-se i beni non presentavano uguale valore dovevano essere divisibili
Gli inconvenienti evidenti del baratto spinsero gli agenti a trovare un bene che potesse svolgere la funzione di intermediario negli scambi, cioè una merce da usare come controvalore dei beni. Si sviluppò così l’idea di merce – moneta che diede avvio alla moneta
DEFINIZIONE DI MONETA
La moneta è un mezzo intermediario degli scambi, che ha potere liberatorio illimitato, che svolge anche la funzione di misuratore dei valori e ne permette il trasferimento nel tempo e nello spazio.
La moneta presenta alcune peculiarità che possono essere così classificate:
-è un bene che può essere usato come intermediario negli scambi
-è “metro” di misurazione dei valori dei beni che per mezzo della moneta sono confrontabili
-è mezzo legale di pagamento, grazie al potere liberatorio riconosciuto dalle normative giuridiche
-è mezzo di trasferimento dei valori nello spazio (da un luogo all’altro)
-è mezzo di trasferimento dei valori nel tempo (può essere utilizzata in diversi momenti temporali)
L’EVOLUZIONE STORICA DELLA MONETA
In epoca storica, a partire dallo sviluppo delle prime grandi civiltà, la moneta subì un’importante evoluzione passando dall’uso di animali (pecore) fino all’uso di pelli, pesce essiccato, sale, grano ecc., per poi passare gradualmente all’uso di metalli come ferro, rame, bronzo giungendo infine ai metalli preziosi (oro e argento).
Con la moneta aurea e argentea si raggiunse il massimo grado di alcune importanti caratteristiche che deve presentare il mezzo di pagamento tra cui si possono ricordare:
-l’inalterabilità e l’omogeneità
-la divisibilità in termini di valore e in senso materiale
-l’elevato valore specifico
-la facilità di trasferimento
L’introduzione della coniazione delle monete metalliche è stata fatta risalire a partire sicuramente dal VII secolo a.C. in Lidia (attuale Turchia); i Lidi, inizialmente, impiegarono una lega definita Elettro, che era costituita da oro e argento e successivamente passarono alla coniazione di monete d’oro o di argento, a causa anche delle continue variazioni del quantitativo di fino nelle singole monete.


Successivamente la coniazione di monete fu effettuata nella regione ispanica da parte di Fenici e Greci nelle rispettive colonie di cui si possono ricordare
-Emporiai che coniò tre tipologie di monete (Triemiobolo, Obolo e Dracma tra il IV e il III sec. a.C.);

-Gades (Cadice) in cui furono coniate due tipologie di monete (Dracma e Emidracma III sec. a.C.)

-Rhoda in cui fu coniata una moneta (Dracma intorno al III sec. a.C.)
-Ebusus (Ibiza) in cui furono coniate due tipologie di monete (Didracme e Emidracme d’argento intorno al III sec. a.C.)

– successivamente la pratica di coniare monete metalliche standardizzate in forma circolare si estese a tutti gli altri popoli del vicino oriente e ai romani intorno al IV sec. a.C. e ciò permise di cambiare radicalmente le caratteristiche degli scambi commerciali che divennero scambi fondati sull’uso della moneta. In particolare i romani coniarono diverse monete, creando un sistema monetario complesso
-in una prima fase della Repubblica Romana (intorno alla metà del V sec. a.C.) i romani facevano uso di lingotti di bronzo di diverso peso che venivano definiti aes signatum, che presentavano un marchio che garantiva l’origine e l’autenticità del lingotto

-in una seconda fase (III sec. a.C.)i romani coniarono la prima moneta con valore nominale equivalente a quello intrinseco che fu denominata aes grave; il peso dell’Aes era equivalente ad una libbra (327,46 g) e furono introdotti alcuni multipli (dupondio, tripondio e decusse) e frazioni (semisse, triente, quadrante, sestante e l’oncia)

-successivamente i romani coniarono monete in stile greco tra cui la Dridracma con sue frazioni e in seguito si costituì un vero e proprio sistema monetario fondato sul denario che aveva come frazioni sesterzio, dupondio, asse, semisse, triente, quadrante, quincunx, oncia; il sistema romano ebbe la sua definitiva configurazione in epoca imperiale fondata sull’Aureo le cui frazioni erano quinario d’oro, denario, quinario d’argento, sesterzio, dupondio, asse, semis, quadrante.




LE MONETE DI METALLO PREZIOSO: SPECIFICHE TECNICHE
Nel momento in cui gli Stati cominciarono a coniare monete di metallo prezioso, la scelta ricadde sui metalli preziosi più importanti; l’oro e l’argento, che erano opportunamente combinati con metalli non preziosi. Le monete dei vari Stati avevano dimensione circolare, di diverse dimensioni relative al diametro e circonferenza ed erano caratterizzate da alcuni elementi tecnici che possono essere classificati come di seguito:
– MATERIA (o FINO): indica il metallo “fino” di cui sono composte le monete, cioè la quantità di oro o argento contenuta nelle monete auree o argentee (in cui l’oro o l’argento sono combinati con altri metalli)
-PESO o GREZZO (peso totale della moneta cioè fino + lega)
-TITOLO che è il rapporto tra la materia e il peso, cioè il rapporto espresso in millesimi tra fino e grezzo
TITOLO = FINO / GREZZO
È importante precisare che sia per quanto riguarda il titolo che il peso era fissata una tolleranza di coniazione che riguardava un limite di variabilità per difetto del suo contenuto aureo o argenteo
-PIEDE: indica il numero di monete che si possono coniare con un kg di metallo fino; poiché ovviamente 1 kg di metallo prezioso equivale a 1.000 g dello stesso si ottiene
PIEDE = 1.000 / FINO
-TAGLIO: indica il numero di monete che si possono coniare con un kg di metallo grezzo; allo stesso modo si ottiene . Quindi il taglio è
TAGLIO = 1.000 / GREZZO
Vediamo un calcolo esemplificativo
Ipotizziamo che vi sia una moneta d’oro in un sistema monetario che abbia un peso complessivo (grezzo) di 5 g il cui titolo è 916/1.000, determinare il fino (o materia), il piede e il taglio
Soluzione
Dato che
GREZZO = 5 g
TITOLO = 916/1000
FINO = MATERIA = ?
PIEDE = ?
TAGLIO = ?
Per determinare il fino si può impostare la proporzione
1.000:916=5:x
da cui x = 5 • 916 / 1.000 = 4,58 g di oro fino
Per determinare il piede si applica la formula
PIEDE = 1.000 / 4,58 = 218,34 monete circa
cioè con 1.000 g di oro fino si possono coniare 218 monete circa sapendo che in ogni moneta vi sono 4,58 g di oro fino e restano non utilizzati 1,557 g di oro circa
Per determinare il taglio si applica la formula
TAGLIO = 1.000 / 5 = 200 monete
Cioè con 1.000 g di grezzo (fino + lega) si possono coniare 200 monete
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